Thursday, December 27, 2012

Una lettera e una risposta. Per aprire una riflessione.

In questi giorni di lavoro per il progetto "Un Friûl diferent" mi è giunta una lettera di Adriano Ceschia. Ho chiesto e ottenuto di poter rendere pubblico il testo e la risposta per poter aprire una riflessione e avere il parere di chi è interessato.
Questa la lettera di Adriano:

Cjar Luche, si sin sintûts chest Istât passât e o vin fevelât a dilunc su lis prospetivis politichis furlanis daspò des elezions regjonâls dal 2013, e o jerin in cunvigne che la mancjance di une fuarce autonomiste furlaniste in regjon, massime tai ultins agns, e je stade cause de involuzion, ancje intal cjamp linguistic e identitari, di tantis concuistis fatisin in fuarce de azion politiche davuelte o semenade dal Moviment Friûl prin de sô autosospension tal 1992. O jerin in cunvigne inalore sul fat che e varès vût di tornâ a presentâsi su la sene politiche une fuarce autonomiste nazionalitarie furlane. Come che al sucêt tantis voltis, no si separisi sui obietîfs, ma sul ‘ce fâ?’ Tu disevis: ‘Il Moviment Friûl, cu la sô ereditât storiche, cu la sô muse nete, al è il partît ideâl par resurî l’autonomisim politic furlan, pûr che si meti intun contest di coalizion e colaborazion di çampe’. Jo ti disevi: ‘Par sei di çampe, nol baste definîsi di çampe, e metisi li che a son altris fuarcis di çampe; e chês fuarcis, che a fasin politichis di çampe intun nivel istituzionâl e intun contest teritoriâl e tematic, nol è dit che lis fasin di çampe intun altri nivel istituzionâl, come te nestre regjon, o tal contest teritoriâl dal Friûl. La çampe in Friûl e je stade simpri çuete, e e à condividût cu la diestre lis politichis nazionalistichis antifurlanis. Lu fâs ancje ore presinte’. Indi concludevi che un partît autonomist nazionalitari furlan al varès vût di sielzi di dâ dongje une sô fuarce autonome, no subordenade o dipendente dal schiriament di diestre o di çampe; che i furlaniscj no jerin in cheste fase une fuarce tant grande di podê dividisi in formazions autonomistis diferentis, di drete e di çampe; che la dialetiche tra politichis sociâls e istituzionâls di diestre e di çampe e varès vût di stâ, inte coretece e tal rispiet di ogni part, ancjemò dentri e no fûr di un partît autonomist unic. Par cheste reson il Comitât dai garants dal Mf al veve sielzût di fâ il tentatîf di fâ cori il partît aes regjonâls di bessôl, par sielzi po convergjencis programatichis cun chês altris fuarcis politichis no autonomistis, volte par volte, cuistion par cuiston, se al fos coventât.
Chi o vevin lassât il nestri resonâ, e chi no si jerin cjatâts in cunvigne.
Come che tu sâs, ai 17 di chest mês l’Mf al à anunziât in forme publiche di volê fâ chest tentatîf di presentâsi cul so simbul e in forme autonome aes elezions regjonâls. Cumò che si trate di dâ dongje lis listis, che a àn di sei fatis des personis che si ricognossin inte storie e intal program atualizât dal Moviment Friûl, e che a rispietin il pat di colaborazion cul partît; cumò che a son di racuei lis 4.750 firmis par podê presentâsi, cemût che e domande la leç vergognose, antidemocratiche e anticostituzionâl di chei che le àn fate (PDL, LN e PD regjonâi), intant che lôr a son esentâts di cjapâlis sù, jo o torni cun te sul discors.
Ti cognòs di cuant che tai ultins agns 90 si sin metûts a colaborâ insiemi pe realizazion dal Grant Dizionari Blengâl Talian Furlan, la opare che o vin curade jo te e Sandri Carrozzo, o ai vût maniere di stimâ la tô competence professionâl, lis tôs ideis di politiche linguistiche e lis tôs ideis in gjenerâl, la tô coretece; o pensi che tu saressis un conseîr regjonâl straordenari pe cause furlane. Par dutis chestis resons ti informi che lis listis dal Mf a son viertis a ducj, massime a personis come te. Ti domandi inalore se tu restis ancjemò su lis posizions dal Setembar stât, che no son in contradizion cu la sielte dal Moviment Friûl, ma a son dome difarentis, o se tu âs rifletût e madressude la idee di podê acetâ l’apel dal gno partît.
I timps a son strents, e lis decisions, chês pocjis che a van fatis, a son di cjapâ daurman.
O spieti une tô rispueste.
Mandi, cu la stime di simpri.

Adrian
 Questa la risposta:

Caro Adriano,
ti ringrazio sinceramente per le parole, la stima che esprimi e la proposta di cui ti fai portavoce. Se ho deciso di rendere pubblico questo scambio di opinioni è perché desidero che questa riflessione, che non riguarda solo me e te, possa essere condivisa anche nella speranza che possa dare dei risultati positivi. Il primo sono sicuro sarà raggiunto presto: dare un contributo ad una riflessione sulla necessità di una politica territoriale. Un altro risultato è convincerti del grave errore che il Movimento Friuli sta commettendo. Anche sul secondo sono ottimista.
Questo non è solo un discorso fra persone ma, cosa più importante, è un discorso “sulle persone”, su chi abita la nostra terra e -ancora più importante- su chi la abiterà. Spesso ti ho sentito parlare riguardo all'"eredità" di una storia politica. Giusto. La tua scelta a mio modo di vedere, e come spero riuscirò a spiegarti, non risponde a questa giusta aspirazione. Anzi, conduce al risultato opposto.
Sono molti gli aspetti che ci trovano concordi: la preoccupazione per il futuro del nostro territorio, dei nostri giovani: la consapevolezza -dettata anche da una conoscenza storica- che nella nostra regione il problema del futuro è più serio che in altre. Siamo da sempre una regione di confine, dove il termine “confine” è stato inteso per decenni come “nemico”, prima, come “lontano” poi . In entrambe le visioni la nostra regione è stata vista come elemento asservito piuttosto che come interlocutore.
Ed in questo tu ed io condividiamo l'idea che l'unica strada per rovesciare il ruolo del nostro territorio si trova nella democrazia di prossimità e nel saper leggere la dimensione locale e le sue esigenze per poter rispondere alle domande globali che ci investono sia dal punto di vista economico che culturale.
Chi ama la cultura fatta a colpi di slogan userebbe il termine glocal, direbbe che bisogna “pensare globale e agire locale” ma non servono slogan. Servono proposte. E serviranno fatti.
Questa regione, proprio in forza della sua storia e dei suoi confini, può essere ora uno straordinario laboratorio di multiculturalismo, di rinascita economia, di esemplare investimento nel capitale umano dei nostri giovani. Oppure può diventare uno degli snodi autostradali della nuova Europa finanziaria, una delle discariche delle mafie internazionali, un luogo di nuove povertà e di conflitti sociali. ICFI, Monfalcone, Tolmezzo, Torviscosa, Cavazzo, gli elettrodotti, sono solo alcuni esempi -antichi e recenti- di una storia che deve essere cambiata. E -chiedo scusa per la semplificazione- non sarà cambiata da regie che si trovano a Milano, Genova o Roma. E nemmeno da Bruxelles.
Abbiamo bisogno di infrastrutture digitali che entrino in tutte le scuole, in tutte le imprese, in tutte le famiglie. Abbiamo bisogno di una scuola sempre più competitiva e l'elenco potrebbe continuare a lungo. Non abbiamo tanto bisogno di nuovi investimenti quanto di investimenti fatti in modo serio. Quello che manca non sono solo i fondi ma la competenza e la serietà nel gestirli, assieme ad un forte rapporto con i cittadini.
Non possiamo dire di non compredere chi deciderà di non votare nessuno dei partiti che si stanno presentando alle elezioni regionali. Mai come in questi anni la politica è stata distante dai cittadini e mai come in questi anni la politica si è rivolta contro gli interessi dei cittadini. E per chiedere a chi sceglie di non andare al voto (o a chi sta per scegliere di trovare un padrone a Genova) di credere nella possibilità in una vera politica legata al territorio serve chiarezza.

Servirebbe un Movimento Friuli oggi? Certo. Servirebbe una forza politica con la sua storia ed al tempo stesso attuale, in grado di dare una definizione contemporanea di autonomismo (altrimenti è meglio non usare più questo termine). Ma le scelte che avete fatto vanno in un'altra direzione: essere al di fuori dalle parti non è esserne al di sopra: così non verrà letto dai cittadini e così non sarà nell'azione politica. Non scegliere è fuggire dalla più grande delle responsabilità: la rappresentanza.

Rappresentare è voler essere portavoce, e cercare di dare risposta, a bisogni, non a interessi. Non sono interessato alla sanità, ho bisogno di una sanità che funzioni; non sono interessato alla scuola, ho bisogno di una scuola che risponda alle esigenze dei giovani del territorio; non sono interessato al multiculturalismo e al multilinguismo, ho bisogno di una società inclusiva che veda tutti i nostri corregionali nati in altri paesi come friulani (perché chi scommette la sua vita in una terra diversa da quella dove è nato è un onore e un vanto per quella terra); non sono interessato all'ambiente, ho bisogno di garantire ai miei figli un territorio migliore di quello che ho trovato. Lo stesso vale per il lavoro, per la cultura, per il turismo, per le relazioni internazionali,... Essere portavoce di interessi, invece, è aprire le porte alle clientele. E nemmeno è sufficiente chiedere un voto, prendere degli impegni, essere portavoce di un'idea.

Su tutto questo siamo d'accordo come siamo concordi nel credere che il ruolo delle forze politiche territoriali è ruolo di controllo e governo. Senza la funzione di controllo la malagestione parrebbe il rischio minore (specialmente nell'Italia degli ultimi vent'anni e specie dopo gli scandali laziali, lombardi, leghisti, ecc.). È possibile rinunciare al controllo? È possibile rinunciare al governo? E allora perché il Movimento Friuli sceglie di farlo?

Alessandro Carrozzo alcuni mesi or sono ha spiegato come nelle dinamiche delle regole elettive attuali vi sia la necessità di due formazioni politiche che si facciano portavoci delle esigenze di un territorio: una di destra e una di sinistra. Come dar torto ad una riflessione come questa? Dare credibilità a un progetto significa anche scegliere i compagni di viaggio. Non basta, come è stato scelto dal Mov. Friuli, indicare una meta approsimativa e vagamente populista. La più diffusa lettura di questa scelta sarà la ricerca di poltrone, relazioni e favori.

La mia scelta -come dicevi- è quella di collocarmi nella sinistra. È vero che i partiti italiani hanno trasformato il confronto politico in una lotta per il controllo di posti e privilegi ed è vero che hanno fortemente ridimensionato il proprio orientamento politico: si dichiarano vagamente progressisti, conservatori, centristi, ecc..
Nonostante questa confusione, destra e sinistra esistono (nella società e nei fatti, più che nelle parole) e la sinistra si orienta alla ricerca del bene comune, dell'equità sociale, dell’amministrazione responsabile e non speculativa delle risorse, la sinistra si riconosce nella tensione alla cooperazione, nell’aumento di maturità e responsabilità di tutta la società, nella ricerca di momenti di democrazia sostanziale.

La nostra domanda è se esiste un Friuli differente, che chiede rappresentanza. Un Friuli che non accetta la logica della clientela, che pensa ai giovani, che si impegna per le proprie lingue e identità in un contesto multiculturale e aperto; che difende il territorio e ne propone un uso rispettoso, razionale e sostenibile.
Esiste il Friuli di chi presta attenzione ai valori della cultura, dell'ambiente, dell'arte, della scuola, delle nuove tecnologie? Esiste il Friuli di chi cerca di fare economia nel rispetto delle persone e dei valori di solidarietà, di accoglienza e di cooperazione, che si ribella alla concentrazione delle ricchezze e alla distruzione dei posti di lavoro? Io credo di si. Non sono in grado di dire se da questa ricerca nascerà una proposta politica e una realtà in grado di confrontarsi in una sfida elettorale ma credo che questa sia la strada giusta.

Tu, Adriano, in questi anni sei stato un esempio di come la storia non sia qualcosa che ci colloca meramente in un passato ma quell'insieme vivo di saperi ed esperienze che ci permettono di interpretare il presente e di agire in esso pensando al futuro. Allora fai tua la nostra proposta e continua il percorso che ha portato te e il Movimento Friuli fino ad oggi. Scegli, anzi, scegliete di aderire al progetto "Un Friûl Diferent" e percorriamo insieme questo pezzo di strada. E se la maggioranza del Movimento Friuli volesse ad ogni costo scegliere di restare ferma in una visione politica di vent'anni fa ti invito ugualmente ad aderire a questo progetto. Questo è il mio modo di rispondere affermativamente alla tua richiesta, perché di risposta affermativa si tratta.

Qualunque sia la tua scelta ti auguro buon lavoro.
Con immutata stima

Luca

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